Paul Gambin
Paul Gambin è un fotografo e artista visivo italo-britannico con sede tra Londra e il Valle Sagrado di Cusco, in Perù, che utilizza la fotografia, l’au dio e il video per sezionare e analizzare temi legati alla cultura, all’amore e alla percezione. Nel corso della sua carriera, la sua visione fotografica si è sviluppata met tendo in discussione l’etica del mezzo per concentrarsi sulla relazione tra soggettività e oggettività. Spesso collaborando con le persone che fotografa, Paul utilizza diversi sensi, materialità e percezione per costruire narrazioni che combinano molteplici prospettive, invitando lo spettatore a costruire la propria realtà. Il suo lavoro è stato pubblicato su media nazionali e internazionali come Le Monde, National Geographic, The New York Times, El País, The Finan cial Times, La República e Die Zeit tra gli altri. E ha esposto il suo lavoro a livello nazionale e internazionale in mostre personali e gruppali, mostran do i suoi progetti nel FFI (Argentina), San Jose Foto (Uruguay) e Vannes Photos Festival (Francia) tra altri. È un esploratore di National Geographic, fotografo freelance per Reuters e Bloomberg, collaboratore regolare di Le Monde e della sua rivista M e co-direttore di Maleza Casa Estudio, un centro d’arte, sala di mostra e biblioteca pubblica dedicata alla promozione e lo sviluppo artistico nella regione di Cusco. Nel 2024 il suo primo libro Parlami d’Amore è stato nominato al Star Dum my Award

Parlami d’amore
In “Parlami d’Amore”, l’artista intraprende un’odissea profondamente per sonale approfondendo i temi della casa, dell’amore e della famiglia. Il progetto funge da toccante esplorazione, intrecciando diversi elementi per illuminare la complessità delle sue esperienze. Al centro, “Parlami d’Amore” emerge come un arazzo narrativo, intreccian do immagini che catturano la casa ancestrale dell’artista immersa nel cuore della Toscana, con dipinti del periodo rinascimentale a Firenze ed elementi sonori, musicali e lirici dell’infanzia dell’artista. Queste immagini non solo ritraggono l’essenza fisica del luogo, ma simboleggiano anche il santuario emotivo che un tempo rappresentava. Tuttavia, questo santuario comincia a sgretolarsi sulla scia di una profonda perdita: la morte improvvisa della madre dell’artista a causa di un fatale infarto. Mentre le fondamenta del suo rifugio familiare crollano, i ricordi di momenti cari e riflessioni toccanti inondano la coscienza dell’artista. Questi ricordi sono articolati attraverso la duplice prospettiva dell’identità di Paul, oscillando tra la sua educazione britannica e il suo profondo legame con il patrimonio italiano. Inoltre, “Parlami d’Amore” trascende il mezzo visivo, intrecciandosi con le melodie evocative che un tempo riempivano la casa d’infanzia dell’artista. Le canzoni, intrise dell’essenza della presenza di sua madre, fungono da colonna sonora toccante per le sue reminiscenze, evocando un potente senso di nostalgia e desiderio. Mentre i dipinti rinascimentali e le scene in essi rappresentate servono a ricordare e ad ancorarci a un’idea di amore e di valori famigliari che hanno permeato la storia moderna. Attraverso questa poliedrica esplorazione, “Parlami d’Amore” emerge come una testimonianza del viaggio dell’artista alla scoperta di sé e alla riconciliazione, del potere duraturo dell’amore, della resilienza e del pro fondo impatto dei legami familiari nel plasmare la propria identità e sen so di appartenenza. Il progetto visuale si vede influenzato da idee e tecniche musicali, utiliz zando “samples” di diversi elementi grafici (per esempio con screenshot di musica italiana/inglese e le sue canzoni) come se il complesso visuale fosse una canzone che richiama altre voci e melodie, per unire un in sieme di estetiche e parti del progetto in un tipo di mixtape visivo.
Paul Gambin