Pierluigi Ciambra  

Pierluigi Ciambra è un fotografo nato a Palermo nel 1978. Attualmente vive e sviluppa i suoi progetti nel sud Italia.   

Diplomato nel 2002 al corso di fotografia all’Istituto europeo di Design di Roma, si è in seguito laureato in Teorie e pratiche dell'Antropologia con una tesi sull’Antropologia Visiva dal titolo Etnofotografia - Ricerca con le immagini e sulle immagini, all’Università La Sapienza di Roma (2006).   

Da sempre affascinato dalla fotografia crede sia il miglior modo per raccontare una storia, indagare la realtà ed esprimere il proprio punto di vista sul mondo.   

Tutti i suoi progetti partono da motivazioni interiori e dal piacere della conoscenza. Il suo lavoro oltre ad esplorare la sua storia personale mettendola in relazione con il contesto storico e territoriale, affronta i temi dell’identità, della memoria e dell'appartenenza.   

Crede in una fotografia lenta che gli permetta di sviluppare progetti a lungo termine, descrivere un argomento in profondità e creare un contatto autentico con le persone.   

Nel 2013 ha iniziato un progetto in cui descrive attraverso la fotografia il processo di crescita delle sue figlie, le dinamiche familiari, lo sviluppo delle identità e le loro diverse personalità. Nel 2023 questo diario familiare, grazie alla casa editrice 89Books, è diventato un libro dal titolo Lullaby and last goodbye.   

Il suo lavoro è stato pubblicato in varie riviste ed è stato esposto in gallerie in Italia e in Europa. 

Lullaby and last goodbye

(Ninna nanna e ultimo addio

Mentre osservo le fotografie scattate da mio padre e rivisito i luoghi della mia infanzia nascosti nella mia memoria, recupero coscienza del rapporto con i miei genitori, della nostra vita e di come la mia infanzia non sia stata patinata e limpida come quella descritta in esse, ma piena di crepe.   

Quando sono nate le mie figlie ho rivolto il mio obiettivo verso la mia famiglia e ho capito il desiderio di mio padre, anzi la sua esigenza, di conservare la memoria di quegli attimi, di farli vivere per sempre.   Così ho iniziato a fotografarle quotidianamente, riscoprendo insieme a loro la purezza magica dell’infanzia.   Le bambine crescono, scoprono un mondo ai loro occhi incontaminato e lo fanno con la libertà di chi svela enormi misteri senza schemi e congetture, con l’ingegno istintivo della curiosità infantile, coinvolgendoti nella loro realtà fiabesca.    

Grazie a loro il mio sguardo si approfondisce e cambia. Esso divento specchio dell’anima e, mettendosi in ascolto dell’altro, si trasforma. La fotografia diventa un medium che mi permette di entrare nel loro mondo, di esplorarlo, di conoscerlo e cristallizzarlo, ricordando la mia infanzia e permettendomi di riempire l’assenza e di esorcizzare la morte.   Raccontare il loro sguardo sul mondo e, al tempo stesso, mettere a nudo la mia ricerca interiore e il processo di riconciliazione con il mio passato sono le motivazioni alla base di questo mio progetto fotografico.   Attraverso metafore e messe in scena ripercorro i passi compiuti, osservo la magia dell’infanzia e trasformo i loro corpi in memoria, le loro esistenze in icone eterne e immortali.   Le immagini d’archivio di mio padre, i disegni e i testi scritti dalle bambine e le mie fotografie sono tre punti di vista che si intrecciano in una struttura narrativa non lineare che inizia con il lutto e la morte e progredisce esorcizzando dubbi e paure attraverso la rivalutazione della storia personale e del punto di vista sulla realtà.   

Come in un puzzle da risolvere, dove pezzi sparsi creano significato, padri e figli risultano connessi nell’esplorazione e condivisione dei loro mondi.   

Pierluigi Ciambra